Tour de France 2015: vincitori e vinti

Non solo rock e alcol per gli autori di questo blog, dunque. Ma anche tanto sport, di tutti i tipi.
Questa volta si parla di ciclismo, e di Tour de France.

L'edizione del 2015 della "Grand Boucle" è partita con un grande hype sui 4 grandi capitani al via: Chris Froome per il team Sky, Vincenzo Nibali per l'Astana, Nairo Quintana per la Movistar e Alberto Contador per la Tinkoff Saxo. Tutti campioni, tutti già vincitori di grandi giri. Spettacolo garantito.


La prima rocambolesca settimana regala le prime emozioni, mettendo in luce i limiti della Astana di Nibali, della Movistar e soprattutto la solidità di Froome e del suo squadrone nero. Le prime maglie gialle del Tour sono bombardate dalla sfiga: Cancellara rompe le vertebre e Tony Martin la clavicola. Non il migliore dei presagi.



Poi arriva la seconda settimana di gara, e arrivano i Pirenei. Le prime salite confermano le difficoltà di Nibali e mettono in luce quelle di Contador: entrambi i corridori fanno fatica a tenere il passo dei migliori e iniziano a pagare dazio con i minuti di ritardo che si accumulano in classifica generale. La consacrazione è invece per Froome, in maglia gialla fin da subito e inattacccabile. E per il suo team, sempre al suo fianco e sempre tatticamente impeccabile. Anche Quintana e i suoi escono egregiamente dalla settimana pirenaica, con un secondo posto e il terzo occupato dal perfetto Valverde. Anche Tejay van Garderen e il team BMC si sono difesi bene sulle prime montagne e la classifica parla per loro. Bravi.


E poi arriva lei, la micidiale terza settimana, su e giù per le Alpi in caccia della maglia gialla di Froome. I big si muovono tutti per mettere in difficoltà il britannico del team Sky ma nessuno sembra riuscire ad impensierirlo. Il ritmo infernale in salita mette fuori gioco molti nomi grossi, a partire da Gereint Thomas del team Sky fino a Tejay van Garderen, costretto a ritirarsi in lacrime a causa di un'influenza. I continui attacchi a Froome hanno qualche effetto nelle ultime due tappe: Quintana recupera, ma resta a più di un minuto di distanza. Niente da fare.
Lo spettacolo lo mettono in campo un Nibali in totale rinascita e un Thibaud Pinot di carattere. Dopo tutto siamo al Tour, la corsa più famosa del mondo.

Ora lasciatemi provare a tirare una linea netta che separi i vincitori dai vinti, iniziando da questi ultimi:

#VINTI
-Alberto Contador: nonostante sia un grande del ciclismo mondiale è arrivato al Tour dopo aver vinto il Giro d'Italia con la pretesa di vincerlo. Sentite le sue intenzioni bellicose era lecito aspettarsi combattività, invece non è mai stato all'altezza degli altri. Stiamo comunque parlando di un quinto posto al Tour, mica pizza e fichi. Sovrastimato.
-Mark Cavendish: doveva essere il suo grande rientro al Tour, e invece non è mai stato protagonista di quei seppur pochi arrivi in volata. Forse la sua carriera sta giungendo al termine. Deludente.
-Romain Bardet e Thibaud Pinot: una bella vittoria di tappa e una top 10 non sono sufficienti per quello che molti considerano il futuro del ciclismo francese. Pompati.
-I giornalisti: la polemica sollevata dopo il primo arrivo in salita, nei confronti di Chris Froome ha dell'assurdo. Se un corridore si sottopone a decine e decine di controlli antidoping prima e durante la gara e dei giornalisti mettono in dubbio la sua preparazione, si mette in dubbio l'intero sistema antidoping. E questo è assurdo. Un trattamento del genere non lo si vedeva dai tempi dei regimi totalitari di inizio '900. Incompetenti.
-I tifosi: alcuni "tifosi" o presunti tali si sono permessi di omaggiare Froome di un continuo coro di fischi e insulti, soprattutto sull'Alpe d'Huez e qualcuno gli ha anche lanciato una busta di urina in faccia. Chiedo a voi: il rispetto delle persone e della loro fatica non va più di moda? Animali.



#VINCITORI
-Christopher Froome: è andato fortissimo anche sui terreni in cui lo si considerava un mezzo idiota (discesa e pavé), ha gestito la gara in modo perfetto, è umile e rispettoso della squadra, in salita hanno dovuto attaccarlo in 5 per metterlo in crisi. Ha vinto un Tour durante il quale chiunque gli ha dato del drogato. Fortissimo e bravissimo.
-Richie Porte: compagno di Froome, al Giro sembrava destinato a tornare in Australia per allevare canguri, al Tour si è dimostrato un gregario a cinque stelle, parte del successo di Froome lo deve proprio a lui. Rinato.
-Vincenzo Nibali: quando prendi il via col dorsale numero uno le attese sono enormi. Bersagliato da un anno da critiche di ogni tipo ha mostrato segni di cedimento più che altro mentale la prima e la seconda settimana. Una vittoria e degli attacchi da lontano per un quarto posto finale sono oro colato. Alla faccia dei giornalisti che lo hanno attaccato su ogni fronte. Orgoglioso.
-Alejandro Valverde: da sempre odiato per il suo modo di correre ha dimostrato le sue ottime capacità di corridore soprattutto durante le classiche del nord, mentre nelle grandi corse a tappe non aveva mai brillato. Un terzo posto al Tour, pur non essendo il capitano, è tanta roba. Rivalutato.
-Peter Sagan: vince la quarta maglia verde in 4 anni di Tour, sempre all'attacco e al servizio di Contador. Guida la bici come nessun altro e fa il record di piazzamenti. Talento.
-Nairo Quintana: ha vinto un Giro d'Italia, un Giro dei Paesi Baschi e ha fatto secondo al Tour, a 25 anni.  Sentiremo ancora parlare di lui. Futuro.



DV

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